L'8 marzo in occasione della festa della donna Emma Watson è stata a New York in veste di ambasciatrice di ONU Donne, per la sua campagna solidale HeForShe.
La Watson ha lanciato la #HeForShe #ArtsWeek, la settimana dell'arte che promuove attraverso musei, mostre, spettacoli teatrali e intrattenimento, la parità di genere. L'evento si è svolto presso il Public Theater, in compagnia dell'attore Forest Whitaker, la direttrice di ONU Donne Phumzile Mlambo-Ngcuka, e la moglie del sindaco di NY, Chirlane McCray.
La Watson ha lanciato la #HeForShe #ArtsWeek, la settimana dell'arte che promuove attraverso musei, mostre, spettacoli teatrali e intrattenimento, la parità di genere. L'evento si è svolto presso il Public Theater, in compagnia dell'attore Forest Whitaker, la direttrice di ONU Donne Phumzile Mlambo-Ngcuka, e la moglie del sindaco di NY, Chirlane McCray.
A seguire il discorso e i punti salienti dell'intervista, tradotti in italiano dal The Emma Watson Archives.
Il discorso d'apertura:
Buongiorno. Prima di tutto sono così grata a Chirlane [McCray, moglie del sindaco di New York] e alla città di New York per aver deciso di ospitare la HeForShe Arts Week. Amo la città, ho studiato qui, ho abitato qui, ho fatto film qui, ho visto bellissima arte qui e… sono molto molto riconoscente. Grazie.
C’è una bella citazione di una donna che è sia un’artista che un’attivista, una delle mie donne preferite, Maya Angelou, ha detto: «Ho imparato che la gente si dimenticherà di quello che hai detto, si dimenticherà di quello che hai fatto, ma non si dimenticherà mai di come li hai fatti sentire». È uno dei motivi per cui sono un’attrice, è uno dei motivi per cui amo quello che faccio, è quello che le arti riescono a fare – se sono fatte bene, ti daranno delle emozioni.
Con HeForShe stiamo cercando di costruire una comunità globale con persone di tutte le professioni, di tutti i generi, per creare un nuovo “normale”, società d’uguaglianza. Studi dopo studi hanno dimostrato che la logica e il valore della parità di genere nel commercio, nella politica, nel mantenimento della pace sono infiniti. Ma dobbiamo fare di più che assicurarci che la gente veda la logica con le loro menti, dobbiamo anche fargliela sentire fin nelle ossa, emotivamente. Questo è ciò che ci cambia, è ciò che ci fa agire.
Non puoi cancellare la visione di un grande film, non puoi cancellare la lettura di libri incredibili, non puoi cancellare la visione di arte fantastica. Ti cambiano per sempre.
Ed è per questo che i grandi movimenti di progresso sociale sono sempre stati illuminati dalla grande arte. Il progresso sociale può ispirare l’arte, le arti possono ispirare il progresso sociale. La HeForShe Arts Week è la prossima pagina di quella storia e sono molto orgogliosa di inaugurarla oggi. Grazie mille.
Dalla conversazione con Forest Whitaker:
1) Quando stavo facendo ricerche su quello che fai, Forest – che, a proposito, mi ha sconvolta, perché ovviamente ero a conoscenza del tuo lavoro e sono una tua grande ammiratrice e scoprire delle iniziative e del lavoro che stai facendo mi ha spiazzata. Ho cominciato a fare ricerche sulle donne coinvolte nei negoziati di pace e, anche se sappiamo che quando le donne sono coinvolte nel mantenimento della pace, la pace è più sostenibile, solo uno su quaranta trattati di pace degli ultimi trentacinque anni è stato fatto da donne. Uno su quaranta. Questo mi ha fatto realizzare quanto sia importante il lavoro che stai facendo e quanto sia essenziale avere la parità nel mantenimento della pace e trovare leader donne che facciano sentire la loro voce.
2) Credo che uno dei modi interessanti in cui Forest ed io nel tipo di lavoro che facciamo – quando penso alle arti performative e come percepiamo la mascolinità e quanto ancora, a volte, siano rigide le idee e le definizioni di quello che un uomo protagonista può e non può fare, e come dovrebbe agire. E quando penso a film come La ricerca della felicità dove si vede un uomo nel ruolo di genitore primario, quando guardi Billy Elliot, Il colore viola,Brokeback Mountain… vedi queste opere d’arte che mettono in discussione quelle rigide definizioni. E volevo anche far riferimento ad un bellissimo lavoro di Samuel Taylor-Johnson, una serie di fotografie dal titolo Crying men, a cui ha preso parte anche Forest, che ha messo in discussione la nozione secondo cui gli uomini non avrebbero condotti lacrimali – una nozione davvero folle. Comunque, mettono in discussione queste percezioni e rendono i ruoli che ognuno di noi ha occasione di interpretare più complessi, più completi, più reali, più autentici. Rendono i nostri lavori più interessanti e più veritieri. Credo che la parità di genere riesca in questo.
3) [Sulla discriminazione nell’arte] Il principale campo di battaglia per me non è stato nell’arte in se stessa, ma con i media dell’intrattenimento e i tabloid. Sono ovviamente stata un’attrice bambina e ho fatto una transizione – bè, sto ancora facendo una transizione [ride]. Mi ricordo il giorno del mio diciottesimo compleanno: sono uscita dalla festa del mio diciottesimo, e un fotografo si è disteso sul marciapiede per fotografarmi sotto la gonna. Foto che poi sono state pubblicate sulle prime pagine dei tabloid inglesi la mattina successiva. Se avessero pubblicato le foto ventiquattr’ore prima sarebbero state illegali, perché diventi maggiorenne a diciotto anni. E onestamente Dan e Rupert non indossano gonne, ma credo sia comunque un esempio di come la mia transizione verso l’essere donna sua stata resa più complicata dalla stampa scandalistica di quanto non fosse per i miei colleghi maschi.
4) [Sul come partecipare attivamente al raggiungimento della parità] Credo che parte di questo stia nell’affidare a tutti il problema – il lavoro che dobbiamo fare, ma anche lasciarci ispirare dal momento, da tutto il successo che stiamo avendo. Gli obbiettivi globali sono stati definiti, con HeForShe per il 2030, sono importanti da avere in mente per poter stabilire un limite, uno standard, qualcosa a cui mirare, per galvanizzarci in generale. Credo che abbia a che vedere col modo in cui viviamo le nostre vite, le nostre vite quotidiane, e con il lavoro che fa Forest, con HeForShe, abbiamo inaugurato il nuovo sito all’inizio di quest’anno con cui stiamo cercando di costruire delle soluzioni, una sorta di scatola degli attrezzi e… vogliamo davvero sfruttare quante più strategie possibili da tutto il mondo, per creare una guida davvero globale sul come fare una differenza tangibile e come, insomma… come riuscirci. Un sacco di modi.
[Alla domanda sul come far passare l’idea della parità di genere ai nati nel nuovo millennio, se tramite i social media o altri tipi di volontariato]Sì, assolutamente. È una pratica quotidiana. Riguarda la coscienziosità, la consapevolezza nelle nostre vite di tutti i giorni. C’è una definizione davvero interessante che ho scoperto di recente, cioè: essere uno spettatore attivo. Che significa che spesso vediamo e sperimentiamo conflitti che ci mettono a disagio, e sembra sempre più semplice guardare dall’altra parte, o magari ci sentiamo come se non spettasse a noi intervenire, o che non è il momento adatto, che sarebbe più semplice lasciare che questa cosa succeda senza troppi clamori. E invece è importante dare la sicurezza alla gente di poter sapere e poter pensare che spetta a loro, quando vedono qualcosa che non è giusto, che è loro diritto dire qualcosa a riguardo, ed è così che si definisce uno spettatore attivo. Quando parli con la maggior parte delle donne, la maggior parte degli uomini, possono raccontarti di un momento della loro vita in cui sono stati testimoni di un episodio in cui un uomo o una donna sono stati trattati ingiustamente a causa del loro genere. Tutto quello che serve è che qualcuno lo faccia notare. Può essere fatto in tanti modi diversi. Siate spettatori attivi.
[Su un libro legato al femminismo che l’ha colpita di recente] Il libro di Our Shared Shelf di questo mese è di bell hooks, si intitola Tutto sull’amore. Nuove visioni – è fantastico, l’ho finito ieri. Sono stata molto ispirata quando l’ho intervistata l’anno scorso. C’è un documentario fantastico sul suo attivismo, sul come è diventata un’attivista, perché per lei è ancora così importante… e direi che anche questo mi ha ispirato molto.
Ecco la gallery con tutte le foto dell'evento
Dopo il discorso del lancio della #HeForShe #ArtsWeek , Emma e la First Lady di NY, la moglie del sindaco per intenderci, hanno illuminato di rosa l'Empire State Building, in segno del supporto della città nei confronti dell'uguaglianza tra sessi.
Post via twitter
"Questo è ciò che vedo da sopra l'Empire State Building!! #nonguardaregiù"
"Guardate fuori dalla vostra finestra al crepuscolo! Charlaine e io abbiamo appena acceso di rosa l'Empire State Building!"
"Chirlaine McCray e Emma Watson illuminano l'Empire State Building, in onore della #HeForShe ArtsWeek"
"Cara Emma Watson, a nome di tutta New York GRAZIE per ispirare femministi/e qui e in tutto il mondo"